Il fegato grasso, anche noto come steatosi epatica, è una condizione caratterizzata dall’accumulo di grassi nelle cellule del fegato. In particolari situazioni, ad esempio di sovraccarico funzionale del fegato, generalmente dovuto a una dieta troppo ricca di grassi o all’abuso di alcolici, il fegato non riesce a smaltire i grassi. Quando il peso dei grassi accumulati nel fegato supera del 5% il peso del fegato si parla di steatosi epatica. Si tratta di una condizione che compare generalmente tra i 40 e 60 anni di età, ma aumenta l’incidenza anche tra bambini e giovani.
Il fegato grasso è una condizione generalmente priva di sintomi e quindi è difficile scoprire di avere la patologia, eppure è una situazione molto frequente. Si calcola che un italiano su tre soffra di steatosi epatica, ma spesso non ne ha consapevolezza. Nel 10% dei pazienti la steatosi può provocare infiammazione e persino cirrosi, con danni permanenti all’organo e alla sua funzionalità.
Gli esami del sangue di riferimento per la diagnosi di fegato grasso o steatosi epatica sono i dosaggi per la ricerca delle transaminasi, gli enzimi indicati con le sigle GOT (o ALT) e GPT (o AST). Non sempre le transaminasi alte indicano la presenza di fegato grasso. Per questo il medico o lo specialista in malattie del fegato, l’epatologo, possono richiedere che il paziente si sottoponga a ecografia addominale. Il segno tipico di steatosi è il cosiddetto “fegato brillante”, così chiamato per l’anomala luminosità in corrispondenza dell’organo nelle immagini rilevate dall’ecografo. In alcuni casi il medico può ritenere più adeguati altri esami, quali Tac (tomografia assiale), Risonanza Magnetica (RM) o biopsia epatica.