Il rischio più importante di un esame durante il quale si somministra mezzo di contrasto (MDC) per via intra-arteriosa (risonanza magnetica, TAC, angiografie periferiche, coronarografia, angioplastica percutanea, ecc) è la conseguenza che il mezzo di contrasto potrebbe avere sulla funzione renale cioè un peggioramento acuto della funzione renale. Ciò accade in una percentuale variabile di pazienti, dall’1% al 15-20% secondo il tipo di radiografia, la quantità di mezzo di contrasto, il tipo di mezzo di contrasto utilizzato e le condizioni del paziente. Il danno renale indotto dal mezzo di contrasto crea un quadro patologico che si chiama nefropatia indotta dal mezzo di contrasto (NIM). Nella maggior parte dei casi il peggioramento è transitorio e la creatininemia, il test del sangue che misura la funzione renale, scende e torna ai valori basali in pochi giorni. Alcune volte però il deterioramento della funzione renale è grave e persistente e talora è necessario ricorrere al trattamento dialitico.
Per prevenire il danno renale da mezzo di contrasto è importante identificare i fattori di rischio che sono sia legati al paziente sia legati al mezzo di contrasto e alla procedura di indagine. Per ridurre il rischio di tossicità da mezzo di contrasto prima di eseguire la visita radiologica si valuta la funzione del rene tramite il dosaggio della creatinina ed eventualmente anche la velocità di filtrazione glomerulare e clearance della creatinina.
Il dosaggio della creatinina si può fare presso il laboratorio Suzzi tutti i giorni feriali dal lunedì al sabato presentandosi a digiuno dalle 7.30 alle 10.30 senza necessità di prenotare nè di avere la prescrizione del medico. Il risultato è pronto in giornata.