Il test della disbiosi, che si esegue su campione di urine, mostra le possibili alterazioni quantitative e qualitative della normale flora batterica intestinale. La corretta composizione della flora intestinale rappresenta uno dei fattori più importanti del nostro benessere. Tale esame consiste nella quantizzazione di due sostanze presenti nelle urine: lo scatolo e l’indicano. Queste molecole, che normalmente sono presenti nelle urine dei soggetti sani in tracce (4 -20 mg), risultano aumentate in caso di disbiosi. Infatti quando i due valori dell’indicano e dello scatolo sono nella norma, allora vuol dire che il soggetto è eubiotico, cioè la sua flora batterica intestinale è in buona salute. Il disbiosi test ci dà anche alcune indicazioni sul tratto dell’intestino che soffre maggiormente di uno squilibrio della flora batterica: se è alterato il valore dell’indicano, è l’intestino tenue ad essere più sofferente: in questo caso è consigliabile una supplementazione con un probiotico contenente un ceppo batterico colonizzante soprattutto il tenue come il lactobacillus acidophilus. Se invece è lo scatolo ad essere aumentato, il problema è soprattutto a carico dell’intestino crasso, in particolar modo del colon: quindi sarà preferibile una supplementazione con un probiotico che contenga un ceppo batterico colonizzante il colon, come per esempio il bifidobacter bifidus. Se risultano alti entrambi i valori, allora vuol dire che il dismicrobismo riguarda sia l’intestino tenue che crasso: in tal caso si opterà per un probiotico ad ampio spettro, che contenga per esempio sia acidophilus che bifidus. La terapia probiotica dura di solito tre mesi, a seconda della gravità della disbiosi. Alla fine della terapia è consigliabile effettuare un disbiosi test di controllo, per essere sicuri della normalizzazione dei valori di indicano e scatolo.
L’esame si può eseguire tutti i giorni consegnando un campione di urine del mattino in laboratorio negli orari di apertura.